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Regolamento ePrivacy: cosa è necessario sapere sulla prossima importante proposta Europea sulla privacy dei dati

ePrivacy a fianco del “fratello” GDPR si propone di introdurre regole di privacy più stringenti per i servizi di comunicazione elettronica, con maggiori sfide per le aziende tecnologiche.

Regolamento ePrivacy: cosa è necessario sapere sulla prossima importante proposta Europea sulla privacy dei dati

QUAL È LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO?

Agli inizi di gennaio 2017 la Commissione Europea ha proposto una più forte regolamentazione sulla privacy relativa alle comunicazioni elettroniche per aggiornare la legislazione vigente e anche per allinearla al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati, entrato in vigore il 25 maggio 2018). La proposta di legge mira a rafforzare le riforme del quadro di protezione dei dati dell’UE per regolamentare i dati personali online. È anche l’obiettivo dei legislatori dell’UE “rafforzare la fiducia e la sicurezza all’interno del mercato unico digitale”.

In sostanza, ciò significa che ePrivacy disciplinerà in maniera più rigorosa le tecnologie di comunicazione elettroniche che i cittadini dell’UE utilizzano ogni giorno. Tra queste Skype, WhatsApp, Facebook Messenger, Gmail, iMessage e Viber per citarne alcuni. Ad esempio, la proposta di regolamento da parte del Parlamento Europeo delinea che i servizi summenzionati dovranno ottenere l’autorizzazione preventiva da parte degli utenti del servizio prima di raccogliere dati o inserire codici di tracciamento sui dispositivi dell’utente. La proposta intende anche regolamentare le “comunicazioni di marketing dirette agli utenti finali” via e-mail e offrire agli utenti Internet un maggiore controllo sulla distribuzione dei cookie durante la navigazione online.

PERCHÉ?

Il Garante Europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, sostiene che “l’adozione del regolamento ePrivacy proposto è basilare per proteggere i diritti fondamentali alla privacy e alla protezione dei dati personali nell’era digitale”.

Visto l’acceso dibattito circa la privacy dei dati nel 2018, gli europei chiedono maggiore protezione della privacy online. Il 92% degli intervistati di un sondaggio UE su ePrivacy ha dichiarato che “è importante che le informazioni personali (sui dispositivi elettronici) siano accessibili solo con il loro permesso”. Lo stesso numero di intervistati ha risposto che “è importante garantire la riservatezza delle loro e-mail e della messaggistica istantanea online”.

Andrew Burt, Chief Data Officer di Immuta, sostiene che in termini di privacy dei dati, vi è attualmente un enorme divario in quanto “alcune organizzazioni sono sempre più responsabili di gran parte dei nostri dati, il che rappresenta un enorme pericolo sia per la nostra privacy che per l’innovazione tecnologica”.

La legislazione ePrivacy andrà a vantaggio dei cittadini e delle società dell’UE in quanto gli utenti potranno esercitare un maggiore controllo sui loro dispositivi e servizi che richiedono il loro chiaro consenso prima che i cookie vengano archiviati. Proprio come il GDPR, una delle più stringenti normative sulla privacy personale esistente, ePrivacy dovrebbe proteggere i cittadini dell’UE dai dispositivi elettronici di intercettazione che monitorano in modo invasivo le loro comunicazioni quotidiane.

QUANDO? 

Inizialmente era prevista l’attuazione della legislazione e-privacy lo stesso giorno in cui il GDPR è entrata in vigore nel 2018. Tuttavia, a causa della forte opposizione al disegno di legge, ai legislatori è stato impedito di fissare una data precisa di entrata in vigore. La legislazione dovrebbe essere adottata nel 2019: il Garante Europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, ha sottolineato di essere “relativamente ottimista” che un accordo possa essere raggiunto entro maggio di quest’anno.

SFIDE 

Gli oppositori al disegno di legge sostengono che avrà impatti economici di vasta portata e interromperà l’innovazione tecnologica. Grandi e piccole aziende tecnologiche si oppongono all’unanimità alla legge insieme ad agenzie di marketing che si affidano alle attuali procedure per raggiungere i consumatori. Secondo Developers Alliance, un gruppo commerciale che rappresenta i giganti quali Google, Intel e Facebook, la natura rigorosa della legislazione potrebbe costare alle società sopracitate più di 550 miliardi di euro.

COSTI 

Il costo per diventare conformi a ePrivacy sarà significativo. Proprio come con l’entrata in vigore del GDPR, le società dovranno prepararsi a spendere cifre importanti per l’implementazione di ePrivacy. Il disegno di legge afferma che le multe, così come per il GDPR, possono rappresentare l’importo più alto tra il 4% del fatturato annuo o 20 milioni di euro. Forrester Research, una società di ricerca con sede negli Stati Uniti, ha osservato che le grandi aziende avevano un budget medio di 20/25 milioni di dollari per diventare conformi al GDPR, con società più piccole allocate in media tra 4 e 5 milioni.

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