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Parità di genere: raggiungerla conviene

La parità di genere fa bene al business: in rete è pieno di articoli che lo dicono. Ma intanto le cifre dimostrano che la percentuale di donne nei consigli di amministrazione è bassa. C’è un trucco veloce per eliminare il gap di genere che esiste ancora: date incarichi alle donne e rafforzate i modelli di ruolo. Non dovrebbe essere difficile, no?

Gender parity - why is it so hard to reach?

Le donne che guidano le aziende ne accrescono il valore o portano vantaggi specifici. I numeri cambiano in base alla pubblicazione, così come i vantaggi che la parità di genere può apportare all’azienda. Ma il punto in comune è che una composizione equilibrata fra uomini e donne genera maggiori ricavi e diversità di pensiero.

In molti articoli già pubblicati, la composizione del board è considerata il trend del 2018 sulla governance aziendale. La diversità di pensiero è importante da incoraggiare in un’azienda, scegliere la parità di genere è anche una decisione etica.

Sì, la differenza di genere esiste – No, non ha niente a che fare con la competenza

Con la solita logica “pensa da manager, pensa da uomo” si perdono potenzialità e opportunità. Nella maggior parte dei Paesi del mondo, nelle università si laureano più donne che uomini, e questo vuol dire che le donne competenti sono più degli uomini. La presenza delle donne nei board è strettamente collegata ad una buona reputazione aziendale, secondo la Harvard Business Review.

L’aspetto difficile sembra quello di determinare come utilizzare la competenza femminile e quali sono gli elementi più importanti da valutare nella composizione di dirigenti ed executive.

Già nel 2012 la Harvard Business Review ha pubblicato un articolo sul perché i consigli di amministrazione hanno bisogno di più donne. Fattore chiave: le società con donne dirigenti gestiscono meglio il rischio e parlano più facilmente con gli azionisti. Oggi vale la stessa cosa, in questi sei anni non è cambiato niente.

Allora il problema qual è?

Nessun suggerimento del tipo “fai così e tutto andrà bene”. È una faccenda complessa, ma il minimo che serve per aumentare la parità di genere è dare potere alle donne in azienda e incoraggiarle a diventare leader. Sforzandosi di insegnare non solo agli uomini cosa occorre per essere un business executive, probabilmente il problema si risolverà da solo, in breve tempo.

È ora di ammettere che ci sono molte resistenze a concedere una giusta quota alle donne nel consiglio di amministrazione. D’altro canto, con la stagione delle deleghe in arrivo, quelli che dovrebbero spaventare i board sono gli azionisti con il loro fiorente attivismo. Dal prossimo mese, secondo Business Wire, se i board non avranno dirigenti donne i consulenti d’investimento Segal Marco Advisors voteranno contro i consigli di amministrazione candidati nelle società americane.

Probabilmente quello che deve cambiare è l’attuale mentalità della società: gli studi dimostrano che la gente ha una mentalità di parte, pesantemente influenzata da quello che succedeva nel passato, quando il boss era sempre un uomo. Ecco perché sono necessarie le quote per trasformare questa mentalità a favore delle generazioni future.

Per creare un cambiamento durevole, le aziende devono aumentare la leadership femminile. Non dovrebbe essere difficile, no? Ci vuole un impegno quotidiano per tutto quello che si vuol cambiare, non solo a parole ma anche preparando dei piani e attuandoli fino in fondo.

Ecco come le quote aiutano

Ovvia contro-argomentazione: non ci sono abbastanza donne leader con l’esperienza giusta, oppure le donne con l’esperienza che interessa ai board saranno soffocate dalle troppe incombenze.

Ma i compiti di un board continuano ad aumentare, e ci sarà spazio per un numero maggiore di posti nel consiglio di amministrazione. In questo caso, il percorso verso la parità di genere può trovare una strada per entrare in una ‘stanza dei bottoni’ differente.

Da qui può iniziare un circolo virtuoso per l’azienda. Secondo il World Economic Forum, le donne dirigenti assumono più donne dipendenti, e pagano le donne in posizioni elevate più di quello che farebbe un CEO maschio. Inoltre si interessano del miglioramento della situazione delle donne in azienda. In questo panorama lavorativo le donne possono far carriera e, per le leader più competenti, trovare posto nel board.

Il progresso è stato lento e costante, però da quando alcuni Paesi hanno reso obbligatorie le quote per legge, le cose vanno meglio. In alcuni Paesi europei la percentuale di donne fra i dirigenti di grandi società è aumentata di quattro/cinque volte dal 2007, secondo The Economist.

Oltre alle quote, ci sono altri modi per aumentare la presenza delle donne nei consigli di amministrazione, come ad esempio l’implementazione di un piano di reclutamento che dia priorità alle donne. Solo se non ci sono candidate donne idonee al ruolo, il consiglio può prendere in considerazione i candidati maschi.

Non ci sono lati negativi nell’uguaglianza di genere, ma c’è un rilevante lato positivo: l’importanza etica di offrire uguali diritti e opportunità.

C’è ancora molta strada da fare

Nonostante l’attenzione riservata a questo tema, è sorprendente che i consigli di amministrazione rimangano immobili o procedano lentamente verso un miglioramento.

Secondo l’agenzia di controllo dei consigli di amministrazione, Equilar, la parità di genere nei consigli di amministrazione in Canada sarà raggiunta nel 2048, a distanza di trent’anni. Ancora più preoccupante è il fatto che questo rappresenta uno dei tempi più lunghi a livello mondiale. A livello globale, si stima che ci vorranno circa 100 anni per raggiungere l’uguaglianza di genere nella forza lavoro. Quindi, perché la maggioranza delle società non ha ancora un consiglio paritario nonostante i vantaggi che la diversità di genere comporta?

Le ricerche hanno confermato che il raggiungimento di un equilibrio di genere nel consiglio di amministrazione, con una presenza femminile compresa tra il 40% e il 60%, porta ai maggiori vantaggi. Tuttavia, i dati attuali sono deludenti. Secondo quanto riportato dal World Economic Forum, solo nei settori dell’assistenza sanitaria, dell’educazione e delle organizzazioni non-profit si registra una leadership femminile che supera il 40%.

Pur sembrando sorprendente dover continuare a sottolineare i benefici derivanti da un consiglio di amministrazione equilibrato, ecco alcune considerazioni per rispondere a eventuali dubbi.

Un consiglio di amministrazione paritario porta:

  • diversità di pensiero
  • comprensione equilibrata tra i gruppi di dipendenti
  • modelli di ruolo per le nuove generazioni
  • benefici strutturali in relazione agli azionisti attivisti
  • una gestione del rischio più efficace e con un approccio differente

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