Siamo entusiasti di presentarvi 4 edizioni speciali di LegalTalks, nate dalla nostra stimolante roundtable “In-house counsels as drivers of business innovation and growth” tenutasi durante la LegalCommunityWeek 2023. Questi 4 articoli presentano le quattro tematiche trattate durante la roundtable e riassumono gli interventi delle panelist Germana Mentil, Simona Musso, Claudia Richetti e Sara Rizzon che hanno condiviso preziose esperienze e punti di vista sulla trasformazione del ruolo dei giuristi d’impresa come impulso all’innovazione e alla crescita aziendale.
La tematica di questa quarta edizione speciale di LegalTalks è:
La diversity nel settore legale è un’opportunità per la crescita e l’innovazione per le organizzazioni
Quali sono i principali ostacoli che le donne affrontano nel progredire verso posizioni di leadership nel settore legale e come possono essere superati? Raccontaci dell’iniziativa GAP FREE che avete avviato in Lavazza dove si parla di diversity a 360°, non solo di genere – Simona Musso
La prima linea dell’amministratore delegato è formata da 10 persone e fino a due anni fa ero l’unica donna. Adesso siamo in due. Quindi, siamo molto lontani dalla parità di genere e ovviamente entrambe ci impegniamo molto per promuovere l’inclusione all’interno dell’azienda.
Il progetto GAP FREE non si concentra solo sul genere, ma anche su altri tipi di gap, come quello generazionale. Questo è particolarmente importante nella nostra azienda. Negli ultimi anni, abbiamo avuto una forte crescita di personale giovane, inclusi i Millennials e ora anche la Generazione Z, che convivono con i Boomer. Potrebbe sembrare banale, ma il divario generazionale è un aspetto significativo perché ci sono difficoltà di comprensione tra le diverse generazioni. Il nostro progetto è molto ambizioso e abbiamo ottenuto la certificazione per la parità di genere. Ovviamente, l’obiettivo principale riguarda il genere e puntiamo a raggiungere entro il 2030 il 30% di donne in ruoli manageriali. Diciamo che c’è ancora molto lavoro da fare in questo ambito.
Tornando al tema del genere, mi ritrovo molto nel dato presentato da DiliTrust. Guardando, ad esempio, l’elenco dei top 50 General Counsel pubblicato recentemente, ho notato che circa 16 su 50 sono donne. Tuttavia, la presenza femminile all’interno degli uffici legali interni è decisamente sbilanciata a favore delle donne, il che suggerisce che probabilmente, come accade in generale, le donne sono presenti in azienda. Abbiamo effettuato un’indagine di base per il progetto GAP free e abbiamo riscontrato addirittura una prevalenza di nuove assunzioni di donne.nIl problema è che, man mano che le donne avanzano nella loro carriera e si avvicinano alle posizioni manageriali, il numero delle donne diminuisce drasticamente e si riduce quasi a zero ai livelli di vertice. Questo è associato anche a un divario salariale, poiché sappiamo bene che le donne in Italia sono pagate molto meno degli uomini. In realtà, ci sono molte più donne che lavorano negli uffici interni, ma poche di loro riescono a diventare General Counsel.
In che modo la diversità di genere contribuisce a migliorare la performance e la cultura del dipartimento legale? – Sara Rizzon
La diversità di genere, insieme ad altre forme di diversità, porta un valore significativo all’interno del dipartimento legale, migliorando la performance e la cultura aziendale. È importante comprendere che qualsiasi forma di diversità rappresenta una ricchezza. La presenza di diversi generi e diverse generazioni all’interno dell’ufficio è un valore aggiunto, poiché contribuisce a arricchire i dibattiti e i confronti. Credo fermamente che questa diversità possa contribuire a far sì che il nostro dipartimento sia in grado di fornire un servizio legale più completo, articolato ed equilibrato.
La diversity contribuisce ad un approccio più ampio e inclusivo nel prendere decisioni e affrontare le sfide che si presentano. La diversità di genere apporta prospettive uniche e promuove un ambiente di lavoro più inclusivo, dove le voci di tutti i dipendenti possono essere ascoltate e considerate.
Diamo per scontato che la diversità è un valore aggiunto. Pensi che il valore della diversità sia un dato acquisito? – Claudia Ricchetti
Secondo me, ancora una volta, mancano i dati. Penso che sarebbe necessaria un’analisi simile a quella condotta in Francia, sull’incremento della produttività delle aziende che rispettano criteri di diversità Credo che questo sia un fattore che può convincere, come avvenuto in Francia.
Quindi, in realtà, è questo che va fatto. Poiché le aziende devono generare benessere e profitto, bisognerebbe dimostrare che si guadagna di più avendo il 50% di donne a livello manageriale.
Quali iniziative stai adottando o hai osservato nel settore legale per promuovere una maggiore inclusione e rappresentanza femminile? – Germana Mentil
Nel mio team, ho una forte rappresentanza femminile perché, come accennato in precedenza, l’accesso, la disponibilità e l’interesse delle candidate donne sono molto superiori durante le selezioni. Mi sono ispirata ad altre aziende e ho adottato le loro idee. Sono intervenuta principalmente sui consulenti esterni. Ho analizzato il database dei legali esterni, gli studi legali che supportano il nostro gruppo, e ho scoperto che solo il 6% erano donne, su diverse centinaia di avvocati qualificati. Quindi ho stabilito come obiettivo per il mio team e il mio ufficio di raddoppiare, se possibile triplicare, questa percentuale.
Sono estremamente soddisfatta perché tutti si stanno impegnando, evidentemente nessuno vuole fare scelte che penalizzino l’azienda. Non è accettabile che solo una piccola parte delle centinaia di legali iscritti possa accedere a incarichi. Spesso gli studi legali hanno un partner uomo, ma poi mettono in carico colleghe donne, quindi ho insistito affinché anche loro venissero incluse nei mandati. Come in tutte le aziende iniziative come questa contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi degli amministratori delegati nell’ambito delle politiche ESG (Ambiente, Società e Governance). Internamente, dobbiamo fare la nostra parte. Molte General Counsel con cui mi sono confrontata hanno adottato le stesse linee guida per l’assegnazione degli incarichi, oltre alla consueta rotazione di ruoli.
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